Anche le parafarmacie possono avere insegne a croce illuminate come le farmacie, a patto di utilizzare un colore diverso dal verde, che la legge riserva alle sole farmacie: è quanto ha stabilito il Tar della Toscana, nella sentenza relativa al ricorso presentato dalla parafarmacia Sibilla di Firenze contro il Comune, in seguito al suo diniego all’installazione di una insegna a bandiera.
Per i magistrati amministrativi, infatti, il regolamento delle insegne del comune di Firenze «deve considerarsi illegittimo nella parte in cui consente alle sole farmacie la facoltà di esporre insegne a bandiera con la croce conformi alle tipologie tipiche ammesse nella zona A del centro storico laddove le caratteristiche ambientali e l’architettura dell’immobile lo consentano». Nel caso specifico, si legge nella sentenza, è mancata una adeguata motivazione dell’incompatibilità dell’insegna con le caratteristiche ambientali ed architettoniche dell’edificio sul quale doveva essere collocata.
Il Tar, sulla base della normativa sulle liberalizzazioni e della giurisprudenza comunitaria, ha osservato che «anche un regolamento comunale che ponga limiti alla ordinaria facoltà dell’imprenditore che si rivolge ad un’utenza indifferenziata di segnalare alla clientela l’ubicazione dell’esercizio costituisce una potenziale restrizione della libertà economica, che deve essere adeguatamente giustificata da motivi di interesse generale sulla base di un bilanciamento operato secondo i criteri di proporzionalità e non discriminazione».
«Il Comune di Firenze – accusa Vincenzo Donvito, presidente dell’associazione dei consumatori Aduc – ha boicottato qualunque richiesta delle parafarmacie per poter installare un insegna a bandiera con una croce che, più facilmente, potesse far individuare ai consumatori la presenza di questo tipo di presidio sanitario. Le capziose motivazioni erano legate al decoro, ma, visto che questo decoro non è mai esistito per le farmacie, è evidente che si è sempre trattato di una discriminazione dettata dal potere di lobby della corporazione delle farmacie, per impedire che il mercato facesse il suo corso».
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