Aferpi, la società controllata dall’algerina Cevital (che ha rilevato la Lucchini di Piombino) ha firmato con l’azienda italo-tedesca Sms Group l’accordo per l’acquisto del nuovo forno elettrico e del nuovo treno rotaie: l’investimento complessivo è di circa 500 milioni di euro e gli impianti entreranno in funzione entro 18-24 mesi.
L’accordo, spiega Aferpi, riguarda «la testa e il cuore» degli impianti, ovvero la parte tecnologica, per un ammontare di 220 milioni. Il resto dell’investimento servirà per la realizzazione fisica del nuovo forno e del nuovo treno di laminazione rotaie, ovvero per opere civilistiche e logistiche che saranno affidate nei prossimi giorni con la sottoscrizione di altri accordi con operatori specializzati. A Piombino verranno quindi realizzati un’acciaieria elettrica dalla capacità di oltre un milione di tonnellate per la produzione di acciari ultraspeciali e un impianto di laminazione di ultima generazione dalla capacità di 750mila tonnellate in grado di produrre rotaie da 120 metri.
«E’ un segno che questa notizia arrivi alla vigilia di Pasqua, quest’anno festeggeremo anche la resurrezione delle acciaierie di Piombino – dicono il segretario della Cisl, Riccardo Cerza e il segretario regionale Fim, Fausto Fagioli –. C’è grande soddisfazione, perché dopo tante parole e impegni si arriva finalmente a un atto concreto per far ripartire le acciaierie. L’acquisto del forno è il primo fondamentale passo per dare concretezza al grande progetto disegnato per Piombino, mettendo insieme l’industria dell’acciaio, l’agroalimentare e la logistica».
«E’ possibile un patto tra lavoro e capitale sano – dice il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi –. Il piano Cevital si rivela sempre di più concreto e affidabile e questa notizia conferma ancora una volta il valore dell’impegno unitario delle forze sindacali, dei lavoratori, delle istituzioni per difendere il futuro produttivo di Piombino».
«Piombino ha rischiato seriamente di perdere acciaio e lavoro – dice Dalida Angelini, segretaria generale Cgil Toscana –. Dalla crisi più profonda è nato un modello Piombino che sta dando risultati: lavoratori che non mollano, istituzioni e sindacato che lottano e remano nella stessa direzione, un imprenditore che rispetta gli impegni, un accordo di programma che si è rivelato una strada giusta da seguire. Finalmente a Piombino, oltre alle produzioni innovative di acciaio e qualità, si affianca una strategia di diversificazione produttiva che prevede logica e agroalimentare».
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