L’economia regionale riparte nel 2016

Nel 2015 i motori dell’economia si sono finalmente riaccesi e il Pil è tornato a crescere (+0,8% le stime di Bankitalia in linea con il dato nazionale, +1% quelle dell’Irpet), trainato dall’export (+2,4%) più che dai consumi interni. Anche l’occupazione si è mossa (+27mila assunzioni nel 2015), spinta dalla decontribuzione e dal Jobs Act. Per quest’anno è previsto un rafforzamento della crescita (+1,4% il Pil, +1,7% i consumi, +2,6% gli investimenti secondo le stime Prometeia), anche se le incognite – interne e esterne all’Italia – restano tante.

Sono i dati contenuti nel rapporto Toscana, pubblicato oggi dal Sole 24 Ore.
Spinta dalla crisi, l'”officina” toscana ha intensificato il lavoro: fusione delle società di gestione degli aeroporti di Firenze e Pisa, che ha dato vita a Toscana Aeroporti e aperto alla costruzione della nuova pista dello scalo fiorentino (300 milioni l’investimento che riguarda anche il nuovo terminal, in corso la valutazione di impatto ambientale), accordi di programma firmati dalla Regione con il Governo per il rilancio del polo siderurgico di Piombino (142,2 milioni) e dell’area di Livorno (542 milioni), che mettono in campo soldi pubblici con l’obiettivo di attrarre investimenti privati.

«Nei confronti delle multinazionali che si presentano sul nostro territorio – sottolinea il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi – cerchiamo di essere friendly, pronti ad accompagnarle nei progetti. E i risultati ci stanno dando ragione, visto che il Financial Times ha appena piazzato la Toscana al secondo posto tra le regioni europee di medie dimensioni per le politiche di attrattività degli investimenti».

Restano ancora parecchi nodi ingarbugliati o ignorati, a partire da quello infrastrutturale che ha prodotto un ventaglio di “eterne incompiute” (dalla stazione dell’Alta velocità all’autostrada Tirrenica, fino alle terze corsie sulla A1 e sulla A11) e che contribuisce ad affondare il settore delle costruzioni; o come quello energetico, con alcune grandi aziende che hanno ventilato la fuga se i costi non caleranno; e ancora l’accordo di programma per il rilancio di Massa-Carrara, una delle aree più in difficoltà, annunciato ma poi arenatosi.

Intanto, su 260 milioni di fondi europei 2014-2020 disponibili per ricerca e innovazione, il Governo regionale ne ha già messi a bando più della metà: al centro della Toscana ci sono dunque i temi della formazione e dell’innovazione.

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