“Sono d’accordo con l’on. Fanucci. Il sistema bancario deve essere profondamente riformato se vogliamo crescita economica e nuovo sviluppo. Dio sa quanto ce ne sia bisogno nella nostra realtà. Oggi le grandi banche, diventate proprietarie degli Istituti di Credito principali del territorio, sono scarsamente interessate alle PMI, architrave sulla quale si regge l’economia e l’occupazione. Le banche popolari e quelle di Credito Cooperativo, escluso pochissime eccezioni, finanziano con il contagocce le piccole aziende.
Così nei territori è impossibile far crescere le imprese e farne nascere nuove e competitive. Non tutto quello che ci sarebbe da dire si può declamare ad alta voce. E’ vero che le grandi banche sono obbligate ad essere più trasparenti dalla competizione tra loro. Ma l’erogazione del credito è riservata ai clienti top.
Le piccole banche locali sono inveschiate in gestioni dove molto spesso determinano i giochi di potere. Per contro, tante aziende non ce l’hanno fatta e piccoli investitori sono rimasti intrappolati con azioni e investimenti liquidi, come la cronaca di questi giorni rende evidente. Come hanno fatto le aziende che si sono salvate dalla crisi e oggi hanno un futuro, anche le banche devono ripensare al loro ruolo e ristrutturarsi in profondità.
E’ possibile che il fine di tutte le banche sia quello della raccolta fondi, ma ben poche abbiano una strategia di sviluppo? Si ragiona con mentalità vecchia, come se si fosse prima del 2008. Le piccole banche devono specializzarsi.
Mi domando perché nessun istituto si occupa in modo specialistico di micro credito in termini di sistema e di sviluppo dell’economia del territorio. Ben vengano perciò le fusioni delle banche del credito cooperativo, sia in Valdinievole con un unico istituto, sia a Pistoia con la Banca del Chianti che ha acquisito la Banca di Pistoia.
Questo percorso è sbagliato subirlo, o ritenerlo soltanto un’opportunità. E’ un passaggio obbligatorio per la sopravvivenza, come lo è, nella diversa specificità, per il mondo della rappresentanza delle imprese. Tutto questo significa sciogliere nodi che sono una palla al piede per le imprese, l’occupazione, i territori, il Paese.
Devono valere altri valori, ad iniziare da ristrutturazioni serie delle banche per ridurre costi ed accrescere l’efficienza, dall’assenza di commistioni tra interessi per garantire trasparenza, da nuove regole di comportamento per non raggirare i risparmiatori, dalla semplificazione delle procedure di erogazione del credito, definendo con precisione le regole di accesso, dal valore prioritario dei progetti fattibili per la crescita delle imprese e dei territori.
Nota del Direttore Confesercenti Pistoia Riccardo Bruzzani